Biografia
Nato a Venezia nel 1931, Agostino Venturini studia decorazione pittorica alla “Scuola d’Arte” diretta da Giorgio Wenter Marini, e scultura all’Accademia di Belle Arti di Venezia, città ove tuttora risiede e svolge la propria attività nel campo della pittura e della scultura, dedicandosi contemporaneamente a esperienze diverse nel campo delle arti applicate, in particolare oreficeria, oggettistica, vetro, ceramica.
Partecipa a varie esposizione d’arte, esponendo proprie opere alla Quadriennale di Roma, alla Triennale di Milano, alla Biennale di Venezia (Sezione Arti Decorative), oltre a mostre collettive e personali, ottenendo premi e riconoscimenti. Dai primi anni Sessanta, per sua libera scelta, rinuncia a partecipare a mostre e concorsi, preferendo dedicarsi completamente alla ricerca e alla progettazione, comparendo solo in rare manifestazioni pubbliche.
Sue opere si trovano alla Galleria d’Arte Moderna di Venezia, al Museo del Vetro Moderno a Murano, al Museo della Ceramica di Faenza ed in collezioni private di vari paesi, tra cui Inghilterra, Svezia, Germania, Stati Uniti e Sud Africa.
Nel 1960 vince, per concorso nazionale, la Cattedra di Disegno dell’Oreficeria e dell’Arte dei Metalli all’Istituto d’Arte di Venezia, dove insegna dagli anni Cinquanta e si dedica ad una significativa ricerca artistica di rinnovamento e sperimentazione che, superati i limiti dei tradizionali schemi e moduli commerciali, introduce nuovi valori espressivi più vicini al linguaggio artistico figurativo contemporaneo, tenendo sempre presente, comunque, la tradizione più alta dell’oreficeria classica.
Negli stessi anni prosegue la sperimentazione nel campo del vetro artistico, facendo notevoli esperienze nelle fornaci di Murano, esperienze che approderanno alla Biennale di Venezia del ’64 e del ’68 con la presentazione di vetri, sia soffiati che incisi.
Parallelamente continua anche la sua applicazione nel campo delle ceramiche con opere che vennero esposte alla “Fucina degli Angeli” di Venezia e alla stessa Biennale.
Negli anni Settanta la sua attività trova, nell’ambito della Bottega d’Arte Applicata Asettanta, creata dal suo allievo Elio Martella, spazio nuovo e una grande collaborazione tecnico-artistica per la realizzazione dei propri progetti. I suoi concetti creativi, espressi e sviluppati con elementi dell’astratto geometrico evidenziati da contrasti materici e formali, si concretizzano in nuovi e preziosi manufatti di oreficeria e in originali oggetti d’arredo. Nascono quindi, su suo disegno, inedite serie di gioielli di gusto nuovo, semplice ed elegante, realizzati utilizzando tecniche di lavorazione trasferite da specializzazioni diverse, attività però sempre considerata alternativa alla pittura, che resta la strada principale per un’espressione completamente libera da ogni condizionamento.
Nel ’92 dai suoi modelli nascono per Asettanta le “Forme in Gioco”, oggetti in legno, esemplari prodotti in serie numerata, che con l’essenzialità di forma e colore, con semplici movimenti, tendono a far rivivere le suggestioni proprie dell’età del gioco, trasferendo nell’arredamento lo stupore del gioco, invariabile culturale di ogni epoca e tempo.
La poliedrica attività di Venturini prosegue dallo studio-laboratorio posto tra i tetti della sua città, trovando fertile applicazione in special modo nella pittura dove, nelle opere più recenti, riscopre un’arte che fatica a restare racchiusa nelle dimensioni ortogonali del supporto, invadendo spesso la nuova dimensione della profondità. In alcune opere, questa ricerca tridimensionale si accentua al punto da allontanarle totalmente dal quadro, raggiungendo valori di vere e proprie sculture policrome.